i dossier saranno discussi in masseria il 30 agosto


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Come lo scorso anno, la ripresa dell’attività di governo dopo la pausa estiva viene ‘battezzata’ da un vertice informale in Puglia con Giorgia Meloni e Matteo Salvini. La location di quello che fonti di governo definiscono come “un incontro conviviale” è ancora una volta la Masseria Beneficio di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, scelta dalla premier per trascorrere qualche giorno di tornare al lavoro a pieno regime. 

Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini

Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini (LaPresse)

Così come nel 2023, la presidente del Consiglio è stata raggiunta dal vicepremier e segretario della Lega, in vacanza in Salento insieme alla compagna Francesca Verdini. Stavolta durante la conversazione c’è stata una telefonata ad Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia. I tre si rivedranno, questa volta tutti in presenza, il 30 agosto “per fare il punto sui dossier urgenti”. Salvini è arrivato alla Masseria Beneficio nel primo pomeriggio, per poi lasciare il resort intorno alle 18. Poco più di due ore di colloquio, in cui non è escluso che la premier e il vicepremier leghista abbiano comunque fatto il punto sulle questioni aperte che li attendono alla ripresa dell’attività del governo. Anche perché, a partire dal voto europeo e poi su alcuni temi come la riforma della giustizia, la realizzazione di nuovi carceri e le nomine Rai sembrano creare maggiori problemi tra Lega e Fratelli d’Italia. 

Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni

Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni (Ansa)

Poi c’è manovra di Bilancio su cui, ovviamente, potranno pesare una serie di investimenti provenienti proprio dal ministero seguito da Salvini: quello delle Infrastrutture. Insieme, poi, si dovrà decidere il commissario europeo da proporre alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Nel corso delle settimane sono circolati nomi diversi, da quello di Raffaele Fitto ma anche, in qualche frangente, quello del ministro leghista Giancarlo Giorgetti. Meloni e Salvini sanno bene che, in questo caso, il miglior uomo “trattante” è proprio il collega di maggioranza, Antonio Tajani, il cui partito, Forza Italia, è anche nella maggioranza di governo europeo. E quel che conta è il risultato. Si è sempre chiesto un commissario di peso per l’Italia, quale Paese fondatore dell’Europa. Certo è che il posizionamento all’opposizione di Von der Leyen da parte di Giorgia Meloni e Matteo Salvini non depongono a favore dell’Italia ed è per questo che la trattativa di Tajani diventa essenziale. E se davvero Tajani portasse a casa il risultato, tanto Salvini quanto Meloni sanno bene che lo stesso potere contrattuale di Forza Italia potrebbe aumentare notevolmente all’interno dell’Esecutivo o nelle prossime nomine italiane, comprese quelle della Rai.

Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini

Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini (ansa)

All’ ‘ordine del giorno’ anche i fronti più prettamente politici, come i distinguo di Forza Italia su Ius Scholae e legge sulla cittadinanza. Lo Ius Schoale, infatti, sta ricevendo consensi anche dal fronte del Campo Largo sebbene da parte delle forze di opposizioni venga visto come un primo passo, un punto di caduta realizzabile che, in uno scenario politico diverso, potrebbe poi portare allo Ius soli. Ed è questo il rischio che la Lega non vorrebbe correre. 

Ma il dibattito interno alla maggioranza è anche su specifici temi della giustizia, a partire dall’ipotesi, ventilata dal Guardasigilli Carlo Nordio, di una revisione delle norme sulla custodia cautelare. Presente durante l’incontro il presidente della Camera Lorenzo Fontana, anche lui in Puglia per trascorrere qualche giorno di riposo insieme alla famiglia. 

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Rainews24)

C’è un altro capitolo che sta preoccupando la maggioranza che è quello dell’Autonomia. Fortemente voluta dalla Lega e dall’artefice della legge, il ministra Calderoli, rischia di diventare un boomerang per la maggioranza. Le regioni la Cgil, il campo largo stanno lavorando al referendum e una contrarietà alla legge, in modo particolare per le regioni del Sud, arriva anche da quelle amministrate dal centrodestra. 

Stesso effetto boomerang potrebbe prodursi per la legge di riforma Costituzionale legata all’elezione diretta del Premier. La Presidente del Consiglio ci ha voluto mettere la faccia e si dice pronta ad andare al referendum confermativo. Qualche analista trova in questa posizione qualche similitudine con Matteo Renzi e qualcuno, nel centrodestra, paventa lo stesso epilogo renziano.



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