Novità nella drammatica vicenda del naufragio al largo di Porticello, in Sicilia, del superyacht Bayesian. I sommozzatori che stavano perlustrando il relitto dell’imbarcazione di lusso, affondato al largo di Palermo, hanno recuperato i corpi di quattro dei sei passeggeri dispersi: si tratta del banchiere Jonathan Bloomer, dell’avvocato Chris Morvillo e delle rispettive mogli. Individuato nello scafo del veliero un quinto corpo, il cui recupero sarà tentato domani. Resta da trovare il sesto e all’appello mancano Mike Lynch e sua figlia Hannah.
I sub sono impegnati da lunedì nelle ricerche, questa mattina i sommozzatori dei Vigili del fuoco sono riusciti a entrare nello scafo del veliero dopo l’apertura di un varco. Nel pomeriggio, la svolta.
A bordo della barca, di proprietà della moglie di Lynch, c’erano 22 persone. Era ancorata al largo del porto di Porticello, vicino a Palermo, quando si è capovolta durante una violenta tempesta prima dell’alba lunedì. Il corpo del cuoco dello yacht, Recaldo Thomas, è stato ritrovato poco dopo l’affondamento del veliero, mentre per i sei dispersi ci sono voluti due giorni di ricerche senza sosta. Le speranze di ritrovarli vivi si sono dissipate nella serata di ieri, quando si è avuta la certezza che erano rimasti all’interno dello scafo, inabissatosi a una profondità di 50 metri: il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e la moglie Elizabeth; Mike Lynch e sua figlia diciottenne, Hannah; il legale di Linch, l’avvocato Chris Morvillo, e la moglie Nada.
27 sommozzatori e un robot
Il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco era composto oggi da 27 sommozzatori, 11 i sommozzatori speleo mentre 8 sono quelli abilitati Dno (decompressione in nitrox) che utilizzano miscele in fase di decompressione che consentono una permanenza maggiore in immersione alla profondità di 50 metri. Mentre un “robot” della Guardia costiera è capace di operare sul fondale marino fino a 300 metri, con un’autonomia tra le 6 e le 7 ore, registrando video e immagini dettagliate, elementi utili per ricostruire la dinamica dell’incidente ai fini dell’inchiesta.
La svolta è arrivata dopo l’apertura di un varco: ieri è stata divelta una vetrata spessa tre centimetri, sul lato opposto a dove si trovano le cabine dello yacht di 56 metri piegato di 90 gradi sul fianco destro, apparso integro, con il grande albero maestro ancora agganciato.
Ascoltati altri superstiti. Testimonianze importanti che permetteranno a chi indaga di valutare il peso in questa vicenda dell’eccezionalità di un evento atmosferico avverso e del tutto imprevedibile, oppure dell’errore umano che prende piede, che potrebbe consistere anche nel non aver previsto o non avere saputo fronteggiare una situazione che, per quanto sicuramente complicata, non ha procurato alcun danno alla goletta che era ormeggiato a poca distanza dal Bayesian, il Sir Robert Baden Powell, da cui anzi sono partiti i primissimi soccorsi per i naufraghi.
Possibili errori umani potrebbero essere stati fatali
Perché il Bayesian è affondato con tanta rapidità? È stato un evento imprevedibile e del tutto eccezionale o ci sono delle responsabilità? E’ a questo che lavora la procura di Termini Imerese. Per un paio d’ore è stato sentito il comandante, James Cutfield, 51 anni, della Nuova Zelanda, per ricostruire cosa è successo prima e durante la tempesta che nelle prime ore del mattino ha colpito la rada. Solo il super yacht battente bandiera britannica è affondato nel giro di pochi minuti, mentre altre imbarcazioni – anche più piccole – hanno resistito. I pm si sono avvalsi di un interprete e hanno chiesto anche conto del comportamento dell’equipaggio, composto da 10 persone, 9 delle quali sopravvissute.
Ascoltati anche altri superstiti. Testimonianze importanti che permetteranno di valutare il peso in questa vicenda dell’eccezionalità di un evento atmosferico avverso e del tutto imprevedibile, oppure dell’errore umano che prende piede, che potrebbe consistere anche nel non aver previsto o non avere saputo fronteggiare una situazione che, per quanto sicuramente complicata, non ha procurato alcun danno alla goletta che era ormeggiato a poca distanza dal Bayesian, il Sir Robert Baden Powell, da cui anzi sono partiti i primissimi soccorsi per i naufraghi.
La deriva parzialmente sollevata, il portellone semiaperto
La deriva mobile del veliero Bayesian al momento del naufragio era parzialmente sollevata. Quattro metri invece dei sette metri e mezzo. È quanto emerge dalle prime ispezioni dello scafo ad opera dei sommozzatori, dei Vigili del fuoco e della Guardia costiera. Al momento della tempesta, con ogni probabilità, l’imbarcazione sarebbe affondata con più facilità, con la deriva alzata.
Inoltre, come fanno sapere dei broker assicurativi navali, sembra che almeno uno dei portelloni della nave fosse rimasto aperto. Secondo la ricostruzione dei broker, gli ospiti sarebbero tornati a bordo tardi, “avevano tirato parzialmente su la deriva”. Ma pare che “alcuni portelloni siano rimasti aperti, “quelli che usano normalmente per i tender”. “Quando è arrivato quel colpo di vento, pur a secco di vela la barca si è inclinata paurosamente- è l’ipotesi – ha fatto un fiume d’acqua dal portellone sottovento ed è affondata in pochi minuti. I dispersi probabilmente sono ancora intrappolati nelle loro cabine”.
Il video dell’imbarcazione che cola a picco
Un video ripreso dalle telecamere di una villa che si trova a 200 metri dal luogo del naufragio della Bayesian, riprende la nave a vela mentre cola a picco davanti al porto di Porticello. “In appena sessanta secondi – racconta il proprietario della villa – si vede che la nave sparisce. Casualmente dopo il clamore della notizia ho guardato le telecamere. Me lo hanno detto i miei figli. Di una ventina di telecamere installate nell’abitazione solo una non è stata disturbata dal vento e dalla pioggia. Si vede benissimo quello che succede. Per l’imbarcazione non c’è stato nulla da fare. È sparita in pochissimo tempo”.
Le indagini e l’analisi delle indagini nel servizio del Tg1
Intanto gli inquirenti hanno contattato Italian Sea Group, la società proprietaria di Perini Navi, il gruppo viareggino di cantieri che nel 2008 varò lo Bayesian, il veliero affondato a mezzo miglio da Porticello (Palermo) poco prima dell’alba di lunedì scorso mentre imperversava una violenta tromba d’aria. A quanto si apprende lo scopo sarebbe quello di acquisire i database che contengono tutte le informazioni sul veliero, che aveva subito importanti aggiornamenti nel 2016 e nel 2020.
Grazie ai tracciati Gps è stato possibile ricostruire tutti i movimenti compiuti dallo yacht prima di affondare e di fare alcune ipotesi sulla causa del naufragio. Nel servizio del Tg1 a firma di Giovanna Cucè, si analizzano tutti i dati rilevati finora dagli inquirenti, incluse le informazioni relative alle dimensioni e ai sistemi ingegneristici di cui il veliero era dotato. Come è stato possibile che un’imbarcazione di tale potenza e con una struttura così resistente si sia inabissata in pochi attimi?
Il racconto
I genitori della piccola Sophie, la bimba di un anno sopravvissuta al naufragio del veliero britannico a Porticello (Palermo) hanno lasciato l’ospedale e raggiunto l’hotel. Ad accompagnarli fuori dall’ospedale un giovane funzionario dell’Ambasciata britannica in Italia. Charlotte Golunski, 35 anni e James Emslie, 36 anni, sono stati portati fuori coperti da una giacca per non essere ripresi dalle telecamere e i giornalisti. Il van che li ha prelevati dall’ospedale è entrato da una entrata secondaria. La coppia sta raggiungendo l’hotel Domina Zagarella di Santa Flavia, dove sono ospitati gli altri superstiti del naufragio.
Nel racconto della mamma della piccola Sophie al direttore del Pronto soccorso dell’Ospedale dei Bambini di Palermo, Domenico Cipolla, alcuni dettagli della tragedia. “Mike Lynch aveva organizzato questa vacanza con tanto entusiasmo, era felice di averci tutti con lui in barca. Mai avremmo immaginato che sarebbe finita così. Siamo dei sopravvissuti” racconta Charlotte che ha salvato nel naufragio la figlia di un anno, Sophie. Nella stanza con lei c’era anche il marito. “La bambina – racconta il medico – ha riposato tutta la notte, ha dormito serena. I genitori alternano momenti in cui sono fiduciosi ad altri in cui sono tristi per la sorte dei loro compagni di viaggio dispersi”.
La coppia ripete in continuazione: “Non sappiamo come siamo qui, vivi, siamo dei sopravvissuti”. I due hanno raccontato altri particolari della notte della tragedia. “La mamma ha raccontato che mentre dormiva con la figlia, si sono ritrovate in pochi istanti in acqua – dice il direttore del Pronto soccorso – lei ha tenuto la bambina forte. La luce era andata via. Per pochi secondi le è sfuggita dalle mani e l’ha tenuta con le braccia in alto. In pochi secondi hanno raggiunto il canotto di salvataggio della barca”.
“Dal punto di vista clinico – dice ancora il direttore del Pronto soccorso Domenico Cipolla – per noi è tutto tranquillo, abbiamo approntato consulenze psicologiche per i genitori Abbiamo ultimato oggi i prelievi e i controlli, poi ci sarà lo psicologo del territorio. Loro hanno detto che vogliono uscire presto, volevano raggiungere subito i colleghi superstiti in albergo ma noi abbiamo consigliato il ricovero. Sono stati in una stanza da soli con la bambina, li abbiamo coccolati, abbiamo cercato di rendere tutto più sopportabile”.
“Hanno apprezzato l’assistenza ricevuta e lo hanno detto anche al Presidente Renato Schifani, che ieri è venuto a trovarli. E noi siamo orgogliosi di questo, è il nostro modo di lavorare. Abbiamo questo stile molto accogliente”.
I vertici Morgan Stanley in hotel con i superstiti
Ci sono anche i massimi vertici della Morgan Stanley International nell’hotel Domina -Zagarella, a Santa Flavia (Palermo) dove sono ospitati i superstiti del naufragio del Bayesien. I manager sono arrivati nella struttura non appena la banca d’affari ha appreso che il presidente Jonathan Bloomer e sua moglie Anne Elizabeth Judith sono tra i sei dispersi del naufragio. Nella struttura sono arrivati anche alcuni avvocati che stanno seguendo la vicenda per conto di alcuni dei superstiti.