Kennedy jr. “sospende” la corsa alla Casa Bianca e annuncia il sostegno a Trump


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Il candidato indipendente Robert Kennedy Jr. ha dichiarato di aver “sospeso” la sua corsa per la Casa Bianca, esprimendo il suo endorsement per Donald Trump, che ha detto di volerlo nella sua futura amministrazione. 

Secondo la Cnn, l’erede della dinastia democratica ha chiesto in un atto depositato in un tribunale della Pennsylvania di essere rimosso dalle schede elettorali nello Stato “come risultato dell’endorsement odierno” nei confronti dell’ex presidente Donald Trump. Oggi sono previsti due interventi sia di Kennedy jr che di Trump nell’area di Phoenix e dallo staff dell’ex presidente è arrivata l’indicazione di un “ospite speciale” al discorso di Trump a Glendale, poco lontano dal confine con il Messico. 

Il rampollo della celebre dinastia politica americana, nel corso di una conferenza stampa in Arizona, ha poi spiegato di non aver messo fine alla sua campagna. “La sto semplicemente sospendendo e non terminando”, ha detto, aggiungendo che intende rimuovere il suo nome dalle schede in 10 stati in bilico (già fatto in Arizona e Pennsylvania). “Se vivete in uno stato democratico, potete votare per me senza danneggiare o aiutare Donald Trump o la vicepresidente Harris”, ha detto.”  Ma ha spiegato di aver scelto di appoggiare il tycoon per alcune battaglie in comune, come la libertà di espressione, la fine della guerra in Ucraina e “ai nostri bambini” (per malattie e malnutrizione), ha detto Kennedy. “Il mio nome rimarrà sulla scheda elettorale nella maggior parte degli Stati.

Kennedy jr: il primo incontro con Trump nei giorni successivi all’attentato

Il candidato indipendente, parlando a Phoenix, in Arizona, ha riferito che l’ex presidente Donald Trump gli ha proposto di “arruolarlo nella sua amministrazione”, in caso di vittoria alle urne il 5 novembre. Kennedy ha raccontato che l’offerta è arrivata in due incontri con Trump, il primo nei giorni successivi al tentato assassinio dell’ex presidente a luglio e un secondo incontro settimane dopo. “In quegli incontri, ha suggerito di unire le forze come partito unitario. Abbiamo parlato del ‘team di rivali’ di Abraham Lincoln, un tale accordo ci avrebbe permesso di dissentire pubblicamente e privatamente e furiosamente, se necessario, su questioni su cui siamo in disaccordo, mentre lavoriamo insieme sulle questioni esistenziali su cui siamo in accordo”, ha affermato.

Quello Democratico “è diventato il partito della guerra, della censura, della corruzione”. E’ l’attacco con cui il candidato indipendente alla Casa Bianca ha annunciato la “sospensione” della sua campagna e il contemporaneo endorsement al Repubblicano Trump. “Come sapete, ho lasciato quel Partito a ottobre perché si era allontanato in modo così drastico dai valori fondamentali con cui sono cresciuto”, ha detto Kennedy. 

“Era diventato il partito della guerra, della censura, della corruzione, del Big Pharma, della grande tecnologia e dei grandi soldi. Quando ha abbandonato la democrazia annullando le primarie per nascondere il declino cognitivo del presidente in carica, ho lasciato il Partito per candidarmi come indipendente”, ha continuato nel suo atteso discorso da Phoenix, Arizona. 

Trump: “Grandioso l’endorsement di Rfk, persona eccezionale”

Donald Trump, in campagna elettorale a Las Vegas, si è entusiasmato per il sostegno ricevuto da Robert F. Kennedy Jr. “È una cosa grandiosa. È una persona eccezionale, rispettato da tutti”, ha detto. 

Fratelli di Kennedy jr contro l’endorsement a Trump: Tradisce i valori di nostro padre”

“La decisione di nostro fratello Bobby di sostenere Trump oggi è un tradimento dei valori che nostro padre e la nostra famiglia hanno più a cuore. È una triste conclusione di una triste storia”. Ad affermarlo in un nota congiunta sono alcuni dei fratelli di Robert F. Kennedy: Kathleen Kennedy Townsend, Courtney, Kerry, Chris e Rory Kennedy.

“Vogliamo un’America piena di speranza e legata da una visione condivisa di un futuro più luminoso, un futuro definito dalla libertà individuale, dalla promessa economica e dall’orgoglio nazionale. Crediamo in Harris e Walz”.
 



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