Vi chiedo calma, non prendete la strada della violenza


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Il futuro capo del governo provvisorio del Bangladesh, Muhammad Yunus, ha invitato i suoi concittadini alla calma e ha esortato la popolazione a sfruttare questa opportunità per costruire un Paese migliore. Nella sua prima dichiarazione ufficiale da quando ha accettato l’incarico di guidare l’esecutivo ad interim di Dacca, il premio Nobel per la pace ed economista, 84 anni, si è rivolto in particolare ai giovani, principali protagonisti delle proteste che da settimane stanno scuotendo il Paese asiatico, esortandoli a non prendere “la strada della violenza”.

 

L’appello ai giovani del “banchiere dei poveri”

Il suo atteso ritorno in patria dall’Europa è previsto per domani: “Faccio un fervido appello a tutti a mantenere la calma. Vi prego di astenervi da ogni tipo di violenza” ha insistito Yunus, soprannominato il “banchiere dei poveri”, epiteto che è stato consacrato nella motivazione principale con cui fu insignito del prestigioso riconoscimento internazionale nel 2006. “La nostra gioventù è pronta a guidare la creazione di un nuovo mondo. (…) Se prendiamo la strada della violenza tutto sarà distrutto” ha avvertito ancora Yunus.

Due giorni dopo le dimissioni e la fuga in India dell’ormai ex primo ministro Sheikh Hasina, il “banchiere dei poveri” si appresta quindi ad assumere il ruolo più prestigioso proprio nel suo Paese, dopo una carriera internazionale e tante opere benefiche anche all’estero. Yunus era stato preso di mira dalla stessa premier, sia nei suoi discorsi che sul piano giuridico.

Perché Yunus ha vinto il Nobel per la Pace

Il Premio Nobel per la Pace attribuito a Yunus ha sancito il suo contributo allo sviluppo economico del proprio Paese. L’economista ha contribuito a sradicare la povertà estrema in Bangladesh, fornendo microcredito a decine di milioni di donne rurali attraverso la Grameen Bank, co-vincitrice del Nobel 2006.

Gli esseri umani non sono nati per soffrire la miseria, la fame e la povertà” dichiarò Yunus a Oslo 18 anni fa. Dopo aver ricevuto il Nobel, aveva preso in considerazione l’idea di creare un partito, abbandonando rapidamente il progetto anche a causa della persistente inimicizia da parte dell’élite al potere. Il governo della premier Hasina, il cui mandato è durato 15 anni e si è concluso con le frettolose dimissioni lunedì scorso, e la presa del Paese da parte dell’esercito, è stato sempre molto repressivo dell’opposizione politica, tanto che la popolarità dell’anziano economista lo aveva reso un potenziale rivale.

L'ex premier del Bangladesh, Sheikh Hasina

L’ex premier del Bangladesh, Sheikh Hasina (AFP)

L’opposizione interna a Yunus, sia politica che giudiziaria

Sono stati proprio i leader della protesta studentesca a volere che Muhammad Yunus guidasse il governo ad interim. L’economista e attivista bengalese è stato oggetto di centinaia di casi giudiziari e di una campagna aggressiva da parte di un’organizzazione di predicazione musulmana gestita dallo Stato, che lo aveva accusato persino di promuovere l’omosessualità.

Il governo lo aveva costretto a lasciare la Grameen Bank nel 2011, una decisione contestata da Yunus ma confermata dall’Alta Corte del Paese. I suoi sostenitori hanno attribuito la sua cacciata a Hasina, che gli aveva puntato contro il dito per voler “succhiare il sangue dei poveri” con i tassi di interesse. A gennaio, Yunus e tre dei suoi collaboratori erano stati condannati a sei mesi di carcere da un tribunale di Dacca per aver violato le leggi sul lavoro. Sono stati rilasciati su cauzione in attesa dell’appello e continuano a negare le accuse.

La biografia: dalle origini benestanti al principio della teoria sui “piccoli prestiti”

Nato il 28 giugno 1940 in un ambiente molto benestante a Chittagong, Yunus è figlio di un orafo; sua madre, Sofia Khatun, aiutava regolarmente i poveri, chiedendo soldi per loro. Ritornato nel Paese nel 1971 dopo aver studiato Economia negli Stati Uniti, prese le redini del Dipartimento di Economia dell’Università di Chittagong. La sua attività si è sempre rivolta alla povertà, accentuata dalla grande carestia del 1974. “Era difficile per me insegnare belle teorie economiche in un’aula universitaria. Dovevo fare subito qualcosa per aiutare le persone intorno a me” ha raccontato Yunus.

Come ricostruito dalla Fondazione Nobel, la sua primissima iniziativa consistette nel prestare i propri soldi a poveri cestai. L’idea era quella di facilitare l’accesso ai piccoli prestiti per le persone troppo povere per beneficiare dei tradizionali prestiti bancari. Nel corso degli anni, la sua iniziativa ha preso la forma della Grameen Bank, fondata nel 1983. “Abbiamo creato un mondo senza schiavitù, un mondo senza vaiolo, un mondo senza apartheid. Creare un mondo senza povertà sarebbe il più grande di tutti questi risultati e li rafforzerebbe” è il suo principio. “Un mondo in cui tutti potremmo essere orgogliosi di vivere”.



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